sabato 18 aprile 2009

Dedicata a Marco Cavagna

E’ buio.
Macerie e detriti celano
un aprico mattino d’ottobre.
La terra ha vibrato, tremato, sussultato.
La scuola oscillava ostentando un ballo inatteso,
una danza tristemente esiziale.
Porzioni di muro s’accanivano sul banco,
mio ultimo baluardo.
Ricordo un frastuono,
urla, strilli, pianti
ed un ancor più assordante silenzio,
quale suo eco.
Paura e speranza s’alternano in me
come i rintocchi di una campana
ove il battaglio impersona il fato
e del tender su e giù la fune
ignoro l’artefice.
La polvere mi sovrasta.
Dal tossire desisto.
Svengo.
Una frustata di luce mi desta:
………..il paradiso !
Intravedo una figura, in parte fluorescente,
chinarsi su di me.
Mi solleva con forza e premura:
è un angelo.
Un angelo senza ali.
Un angelo con l’elmetto.

da facebook

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