lunedì 19 ottobre 2009
L'Aquila-La messa in sicurezza del Palazzo del Governo
INTERVENTO SU PORTALE DEL PALAZZO DEL GOVERNO DE L’AQUILA
L’Aquila 1-7 ottobre 2009
Dopo la messa in sicurezza della parte muraria del Palazzo del Governo dell’Aquila e l’inizio delle opere di protezione delle parti restanti di muratura esposte alle intemperie (essendo molto sensibile in quanto di tipologia “ “a sacco”) mediante spargimento (a spruzzo) di malta e copertura con fogli di onduline posate in opera su tubazione in acciaio, si passava a quello che ormai restava l’unico ostacolo per acceder all’interno dell’edifico e completare sia la messa in sicurezza interna che l’ultimazione del recupero di materiale. Il problema maggiore era rappresentato dal portale centrale il quale era costituito da un colonnato a quattro colonne di marmo di sezione circolare inanellate su di esse a forma discale per uno spessore di questi che variava tra in trenta e i quaranta centimetri. Su di esso poggiava l’architrave costituito da pezzi di marmo di forma parallelepipeda di varie misure atte a formare incastri. Alla base dell’architrave vi era lo staffaggio il quale, all’altezza della prima colonna a sx (guardando l’ingresso), a seguito sisma si era pericolosamente curvato creando la fuoriuscita di alcuni conci e il conseguente abbassamento della parte centrale dell’architravi stesso. Tutta questa parte della struttura sembra avere trovato un suo equilibrio alquanto stabile ma non tanto da permettere operazioni nella parte sottostante e tantomeno tentare, come precedentemente progettato, un innalzamento della struttura mediante martinetti idraulici. L’equilibrio estremamente labile e il fattore primario “la sicurezza degli operatori” , facevano si che si optasse per una operazione di “smontaggio di tutti i conci dell’architrave interessati dal dissesto procedendo ad una prima messa in sicurezza con puntellamento dell’intera struttura, il tutto tenendo in considerazione che la stessa aveva subito su alcune colonne fenomeni di rotazione e rottura alla base e inoltre, tutto il portale aveva subito un leggero inizio di ribaltamento verso il lato piazza. Mentre una parte del personale del gruppo S.AF. Campania iniziava le opere di puntellamento, il quale consisteva nella messa in opera di tubazioni in acciaio a sostegno (e relativo ritegno) agenti tra le due colonne su ogni lato dell’ingresso, rendendo le stesse colonne “solidali” tra di loro mediante fasce in poliestere. Nella parte centrale del portale veniva eseguito con gli stessi materiali, un opera di sostegno, ed eventuale protezione da crolli, dei conci dell’intradosso. Altri componenti del gruppo organizzavano quello che era il delicato compito della repertazione dei conci in quanto terminata la messa in sicurezza, sarebbe seguito lo “smontaggio” dei conci mediante “azione di alleggerimento” dell’architrave, la quale consisteva nella rimozione di un solettone sull’estradosso per poi arrivare ai conci dall’alto verso il basso. La repertazione iniziava facendo alcuni rilievi fotografici dello stato dei luoghi iniziale, poi si passava alla numerazione dei conci della facciata del portale (in numeri cardinali) e della facciata dell’intradosso (in numeri romani). Anche in questa fase si proseguiva con la documentazione fotografica supportata da uno disegno/schizzo il quale riportava dettagliatamente i numeri dei conci e la loro esatta posizione, cosa utile nel caso in cui dalla foto non era possibile scorgere la loro esatta allocazione. In poche parole una sorta di “puzzle” che non era stato possibile eseguire con mezzi digitali in quanto l’operazione risultava non solo complessa e lunga, ma non attuabile per l’indisponibilità dei mezzi.
Completata la repertazione e la parziale messa in sicurezza si lasciavano le consegne alla squadra montante (sempre del gruppo S.A.F. Campania) la quale avrebbe proseguito secondo le linee guida tracciate dalla squadra smontante e avallate dai responsabili.
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